Molte persone si chiedono come avviene esattamente la formazione del vento, fenomeno conosciuto da sempre e che viene sfruttato soprattutto per gli spostamenti e al fine di generare energia. Quando si parla di vento entrano in gioco variabili come pressione e stabilità, in quale maniera? Qui di seguito si proverà a dare una risposta completa per sciogliere ogni dubbio.
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L’affascinante fenomeno del vento: Aspetti generali
In linea generale è bene sapere che l’aria calda tende sempre a salire, si espande e poco alla volta diventa sempre meno pesante. Questo spiega come mai il barometro segnerà una pressione bassa.
L’aria che sale, tuttavia, una volta raffreddata, inizierà a condensarsi, così da dare origine alle nuvole. Ecco come mai i centri di bassa pressione sono quelli maggiormente soggetti all’instabilità meteorologica.
Nel momento in cui la pressione si mantiene alta, invece, la risalita dell’aria non verrà favorita. Per questa ragione l’aria tenderà quindi a spostarsi in quelle zone in cui si registra una minore intensità.
Per comprendere questo fenomeno si può pensare a quando viene aperto un sacchetto sottovuoto e l’aria proveniente dall’esterno riuscirà a colmare la differenza. Alla luce di quanto chiarito è possibile comprendere come si crea il vento. Questo fenomeno prevede infatti lo spostamento di masse d’aria da un determinato punto, in cui la pressione è maggiore, verso una zona in cui i valori rilevati dal barometro sono più bassi.
Volendo semplificare ulteriormente, dunque, il vento nasce perché l’aria calda si muove verso l’alto e nel contempo viene sostituita da quella fredda. Quest’ultima, a sua volta, si sposterà nell’area lasciata libera dall’aria calda e questa sorta di “rimpiazzo” verrà in definitiva avvertita come vento, più o meno intenso.
La differenza di pressione
Come spiegato, pertanto, a determinare la formazione del vento è proprio la differenza di pressione che si registra in due determinati punti: più sarà il dislivello e minore la distanza. La velocità, come è semplice immaginare, è invece strettamente legata allo spostamento dell’aria.
I venti, come viene spiegato alle scuole elementari, in definitiva non sono altro che spostamenti di masse d’aria. Queste masse in continuo movimento possono essere classificate in base non solo alla velocità, ma anche alla direzione. Il primo parametro viene misurato in nodi o chilometri. Considerando la scala di Beaufort le masse d’aria si distinguono in:
- brezza
- vento forte
- burrasca
- tempesta
- fortunale
- uragano
Esistono poi venti che generano afa, umidità e gelo. In questo caso tutto dipende dalla zona di provenienza e da ciò che la massa d’aria incrocia lungo il tragitto. In generale è bene sapere che quando il vento attraversa il mare porta umidità, mentre quello proveniente dalle zone tropicali genera caldo.
La rosa dei venti
Partendo in senso orario e prendendo in considerazione i venti più importanti, la rosa dei venti è cosi composta:
- NORD: Tramontana
- NORD EST (NE): Grecale
- EST: Levante
- SUD EST (SE): Scirocco
- SUD: Mezzogiorno
- SUD OVEST (SW): Libeccio
- OVEST: Ponente
- NORD OVEST (NW): Maestrale
Altre curiosità
In tema di formazione del vento tante persone non conoscono la deflazione, termine con il quale si identifica l’azione di corrosione operata dalle masse d’aria in movimento.
Quanto poi il vento soffia in maniera molto forte la ragione è da ricercare nella differenza di pressione che si registra fra le varie zone geografiche. Maggiore sarà questa differenza e più il vento soffierà forte. La velocità viene misurata con uno speciale strumento denominato anemometro, composto da coppette e molto utilizzato nel settore meteorologico. Questo attrezzo molte volte riesce a misurare la pressione e viene collegato a un registratore meccanico che tiene traccia dei dati rilevati. Se anche a te interessa misurare la velocità del vento ti consigliamo l’acquisto di un’ottima stazione meteo professionale.
La valutazione sul grado di pericolosità dei venti si basa su un codice contrassegnato dai colori verde e rosso. Nel primo caso la velocità della massa d’aria si mantiene sempre al di sotto di 62 km/h, mentre nella seconda ipotesi si superano 88 km/h e per questo viene proclamata l’allerta meteo. Gli effetti pericolosi e i possibili danni, infatti, possono assumere portate molto importanti e talvolta anche catastrofiche, vedi le velocità dei venti generati dai downbrust nei forti temporali.
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